Italia: tutte le partite della stagione |
G. |
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Sco |
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3 |
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3 |
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F |
0 |
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0 |
0 |
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N |
6 |
13 |
4 |
1 |
1 |
13 |
8 |
T |
L'Italia dal 1910 ad oggi |
Totale |
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Amichevoli |
885 |
Giocate |
405 |
472 (53,33%) |
Vittorie |
198 (48,89%) |
240 (27,12%) |
Pareggi |
116 (28,64%) |
173 (19,55%) |
Sconfitte |
91 (22,47%) |
1.544 |
Fatti |
682 |
871 |
Subiti |
449 |
Mondiali |
|
Europei |
83 |
Giocate |
49 |
45 (54,22%) |
Vittorie |
22 (44,90%) |
21 (25,30%) |
Pareggi |
19 (38,78%) |
17 (20,48%) |
Sconfitte |
8 (16,33%) |
128 |
Fatti |
55 |
77 |
Subiti |
36 |
Tutti i numeri dell'Italia |
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Storia Nazionale di calcio - Seconda parte
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Pubblicato il 14.12.2021
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Le vicende più importanti della nazionale di calcio italiana sono legate alla cosiddetta nazionale «A» che, almeno fino alla differenziazione delle varie categorie, era la nazionale unica, che assumeva poi varie fisionomie a seconda del torneo al quale essa partecipava. Se era normale che nel corso dei tornei maggiori quali Coppa Internazionale o campionato del mondo venisse schierata la formazione più competitiva possibile, nel corso del torneo olimpico si dava spazio a professionisti di seconda fascia, in genere giovani universitari, come coloro che vinsero la medaglia d'oro nell'edizione di Berlino 1936.
Nel secondo dopoguerra vennero via via inserite categorizzazioni più precise, soprattutto per introdurre criteri oggettivi e uguali per tutti di convocazione dei giocatori, sia per via della progressiva istituzione di tornei giovanili sia per dare un quadro di riferimento chiaro al torneo olimpico di calcio: il regolamento del CIO prevede infatti che la partecipazione sia riservata solo ad atleti il cui status sia formalmente di dilettante. Questo, però, faceva sì che molte federazioni che ammettevano il professionismo fossero costrette a mandare i loro giocatori di seconda, se non terza fascia (secondo una formula empirica di compromesso via via variata nel tempo, i professionisti meno in vista e meno pagati e, successivamente, quelli che non avessero mai partecipato alle fasi finali di un campionato continentale o di quello mondiale), mentre federazioni i cui atleti avevano lo status di dilettante, come l'Unione Sovietica e in generale tutte quelle del blocco dell'Est europeo, potevano mandare in pratica la propria nazionale maggiore.
Non a caso per lungo tempo, nel secondo dopoguerra, il torneo olimpico di calcio fu appannaggio di nazionali come la succitata sovietica, la Cecoslovacchia, la Germania Est e l'Ungheria. Ciò perdurò fino all'edizione di Seul 1988, quando fu deciso che le rappresentative olimpiche fossero, per tutti i partecipanti, le rispettive nazionali Under-21 (o Under-23), con al massimo tre calciatori fuoriquota.
La nazionale italiana vanta quattro titoli mondiali (Italia 1934, Francia 1938, Spagna 1982 e Germania 2006) e due europei (Italia 1968 e Europa 2020). Inoltre, ha conquistato un oro olimpico nel 1936 e due Coppe Internazionali negli anni '20 e '30 del XX secolo. Il periodo d'oro fu proprio quello interbellico, in cui vennero vinte due Coppe Rimet; quella azzurra è l'unica nazionale, assieme al Brasile del quadriennio 1958-1962, ad avere trionfato in due mondiali consecutivi.
Seguì un periodo di calo, complice la seconda guerra mondiale e la tragedia di Superga del 1949. Infatti, l'Italia non ebbe successo al mondiale del 1950 né a quello del 1954 e, addirittura, non si qualificò a quello del 1958: di conseguenza, rinunciò a prendere parte al primo campionato europeo, la cui fase finale si svolse nel 1960. Al mondiale del 1962 uscì al primo turno in una spedizione mal gestita, mentre a quello del 1966 andò peggio, perché fu eliminata dai semiprofessionisti della Corea del Nord.
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